In un panorama quarantenale a tv ovviamente spenta, per quanto riguarda l’intrattenimento, a provare a riaccendere la lucina è Maria De Filippi, che regala punti e tamponi, con quale criterio credo lo abbiano capito in pochi ma l’importante è riaccendere e regalare. “Amici Speciali” fin dal titolo fa pensare a un appuntamento senza pretese, in cui un po’ di Amici di Maria di vecchia e nuova data si rivedono per mettere su un piccolo varietà godibile. Per le eliminazioni, il meccanismo spesso farraginoso, la discussione sui favoriti del mondo della danza e della discografia il tempo ci sarà. Per ora va bene anche così.
Solo una cosetta va detta sulla moltiplicazione delle giurie: la mia opinione è che ancora non si è capito che aggiungere piuttosto che ridurre al giusto essenziale sarebbe assai meglio.
Esempi. Giorgio Panariello, porello – e qui ci starebbe un’altra parola con ello ma ve la risparmio – ci prova, ma è sempre lui: Panariello porello è quello (tris di ello) di Merigo, Bagnomaria, o stiupido, mi assegnano sempre il colore rosa. Se lo si chiama, quello si ottiene. Gerry Scotti è de casa, l’amico che si siede sul divano, ti magna la crostata fatta in casa e te ne chiede pure un altro pezzo, diverte e si diverte, ogni tanto c’ha un accenno di abbiocco ma è sempre lui.

La De Filippi è sempre lei, in versione certamente più rilassata, quella che si diverte con i giochini affibbiati ai suoi amici di sempre, gioca con stereotipi consolidati (il bonone, la camera oscura, il romanaccio, la coppetta) e in fondo dà quello che deve dare. Specie con Sabrina Ferilli.
Anche i concorrenti non si spostano di una virgola dal consueto, seppur con qualche eccezione. Cominciando dalle vicende danzerecce o presunte tali, Gabriele e Andreas sono rimasti fermi a coreografie ammiccaccione da preludio di porno, in tempi di quarantena ogni buco è trincea, quindi anche le radiofoniche signore si ringalluzziscono. Alessio Gaudino io lo apprezzo, ma è stato richiamato, credo, per la sua specialità ballettistica nell’interpretaSSione (degna compagna della ben nota emoSSione). Oltretutto si segnala per un episodio da semaforo rosso in materia di norme regolamentari da pandemia: nella coreografia della mela, si vede lui dapprima raccogliere la mela da terra, leccarla (credo per finta, me lo auguro fortissimamente) e poi passarla con disinvoltura a una ballerina, che per conto suo se la avvicina alla faccia. Mettete da parte due tamponi regalati in gara per questi due.
I cantanti confermano allo stesso modo la sensazione di già visto. Solo Random era l’effettiva novità arrandom, e adesso capisco perché la Maria l’ha chiamato: per improvvisare siparietti sfruttando l’atteggiamento stralunato del piccolo rapper, che scappava da scuola e dalla finestra, e giù tutti a ridere. Quanto piacciono alla De Filippi queste cose. Musicalmente non lo discuto, perché io ho gusti da boomerone e quindi sospendo il giudizio.
Alberto Urso e Giordana, che io ormai associo sempre in coppia alla stregua di Cochi e Renato, Ale e Franz, Picarra e Ficone, continuano a non uscire bene dal confronto con gli altri amiciani. In particolare la seconda era di pessimo umore e ciò mi ha un po’ inquietato: temo che non stia troppo bene e mi auguro non sia nulla di serio. In “La Vita”, peraltro, mi è piaciuta molto.
Gaia Gozzi, chiaramente mutila del cognome dopo aver vinto il programma, ha un forte potenziale, e anch’io lo intravedo (fatemi far finta di capirne qualcosa). Brava è brava, dunque, e in più credo abbia ancora molte opportunità per scandagliare il repertorio in portoghese: le mancano Sobral, i Kaoma con la Lambada e il fado. Insomma, si è capito che quello è il suo marchio di fabbrica. A onor del vero, però, non mi ha fatto impazzire con le sue cover di ieri.
Irama, Stash e soprattutto Michele Bravi mi sono sembrati in grande spolvero. Irama in realtà ci ha proposto un nuovo singolo che si discosta con difficoltà da quelli già presentati. Le tendine davano davvero solo in parte o per niente una sensazione di Mar Mediterraneo: più da poliziesco anni Ottanta. Ma io lo trovo talentuoso. Stash ha dismesso i panni, che poco gli si addicono, da prof, per assumere quelli da sciòmen a tutto campo e direi che ne ha guadagnato. Non è invece retorica o conformismo dire che Michele Bravi ha un talento e una sensibilità rari; la sua voce ha acquisito una sorta di gravità di fondo, come se avesse assorbito e testimoniasse la sofferenza del suo recente passato. È difficile, molto difficile trovare una “reale verità” (passatemi l’espressione poco ortodossa) nella musica e nello show business contemporanei: quando accade, bisogna sottolinearlo ed è questo, credo, che abbia emozionato il pubblico ieri. A maggior ragione che questa verità e questo vissuto non sono stati urlati: ma trasmessi con delicatezza, in punta di piedi. Bentornato TESSSORIIINOOO.

La vera dominatrice della serata è stata comunque lei. Che cosa avrà mai visto, per strabuzzare gli occhi in questo modo? Desidero fortemente che si riveli anche questa verità. Purtroppo ci si interroga poco sull’effettivo numero di tamponi regalati: il tam tam delle cose inutili sul web è già iniziato e protagonista attuale è questa redattrice scioccobasita.
