Vorrei moltissimo fare un resoconto dal sapore giornalistico nonché una satira ficcante, salace e sfrizzicarella sull’appena terminato Sanremo 2019, ma dico subito che non ho i titoli per farlo: mi sono regolarmente addormentato. Certe sere mi addormentavo a intermittenza, come i cani che ogni tanto si svegliano, drizzano le orecchie e poi si riacciambellano; più spesso alle 23:30 avevo un calo glicemico Vanoni style e purtroppo Morfeo vinceva e quando lui vince non ce n’è, come diceva una vecchia canzone di Cremonini. Ho perso ogni zona blu, rosso e gialla, ogni premiazione, ogni cecagna della platea, ogni rito stanco di fine serata, dal saluto all’assessore alla balconata dei poveryni.
Tranne il giorno della finale.

Mi sono risvegliato – e lo giuro – mi sono risvegliato mentre Baglioni diceva: IL VINCITORE DI SANREMO 2019 E’…MAHMOOD! E lì sono passato dalla fase REM al saltare dal letto come un lemure del Madagascar.
E’ già cominciata la politicizzazione spinta, che non mi stupisce perché, frase fatta però molto reale, SANREMO E’ LO SPECCHIO DELLA SOCIETA’ ITALIANA dududu dadada. Molti si stanno confondendo su due dati fondamentali come: a) Mahmood si chiama Alessandro ed è italico, poi se volete ce mettete er trattino aggiungendo l’Egitto; b) la canzone non esalta il dio denaro come motore centrale della nostra società, ma racconta la storia di un’assenza/presenza padre-figlio, ma vallo a spiegare nell’epoca del “digito forsennatamente sennò non esisto”?

Vabbè, comunque sono alle stelle. Avevo già dedicato un post al vincitore di Sanremo Giovani, dicendo quanto avevo apprezzato quella canzone sinuosa dal sapore esotico e suggestivo che parlava di un padre discutibile, canzone che ha fatto da mia colonna sonora nella mia transizione fra 2018 e 2019. Veder vincere Mahmood in un percorso quasi concept, con una canzone accattivante ma non stupida e banale, mi ha veramente fatto contento. Raramente i miei favoriti ce la fanno, ma stavolta è stato davvero inaspettato. E proprio mentre mi risvegliavo, con le mie connessioni neurali che hanno cospirato per svegliarmi e dirmi: AO’, SVEJATE, VEDI UN PO’ CHE STA A SUCCEDE?!?
Sulle polemiche, non mi voglio soffermare. Ora si va all’Eurovision, a Tel Aviv, e sicuramente gli eurofan capiranno molto di più di tanta gente che la canzone non parla di materialismo spinto, si andranno a tradurre la canzone su Translate mentre tanta altra gente sul suolo italico continuerà a straparlare di immigrati che vengono in Italia a bramare soldi, soldi, soldi sulla pelle degli autoctoni.
Come va? Come va? Come va? MA BENE. Ogni tanto una soddisfazione, prima di ricominciare una hard life settimanale.
Di tutto il resto? Non saprei che dire, leggere sopra le informazioni sulla mia scarsa tenuta sanremese.
E ora si riesibisca il vincitoreEeEeEeEeEe:
https://www.youtube.com/watch?v=KvJUrrMgyGs
Ormai questo blog sta diventando monotematico. Cercherò di parlare d’altro, ma non è colpa mia se i tempi impongono la presenza di questo talentuoso cantautore ITALIANO, con la cadenza del Giambellino.
