Ripetevi sempre la stessa telefonata / maledetta questa vostra gioventù bruciata

Ultimamente c’è una canzone che mi è entrata nel cervello. Ci è entrata nonostante quella manifestazione un po’ tristanzuola che è stata Sanremo Giovani, dove io non sono riuscito a sentire l’aria sanremese neanche un po’, nonostante Pippo Baudo, che poraccio gnela fà più. Parliamo di un uomo che ho visto più di due-tre zii nella mia vita, a cui voglio bene, però se deve piazzà su uno sgabello come Costanzo e basta. Fare Novecento da una scrivania e una sediolina. Fare lezioni di tv da quarcheparte, in radio. Venire ospite da Fazio e parlargli sopra.

Vabbè, passiamo alla canzone.

Sto parlando di Gioventù Bruciata di Mahmood. Io ero lì nel letto in stato comatoso attanagliato dalla disillusione di non veder mai vincere un mio favorito; quella giornata era stata particolarmente pesante, caratterizzata da freddo e tombole, sì, tombole. Inutile spiegare. Poi ascolto questa canzone e ho una folgorazione.

Non stiamo certamente parlando del nuovo capolavoro della musica italiana, ma fin dal primo minuto ho adorato il testo così coeso e così personale. Mi sono subito venute in mente poligamie, partenze, differenze culturali, tuffi nel Mar Rosso. Bellissima l’immagine dell’uomo che corre con lo zaino Invicta nel deserto, del ragazzino cresciuto a fiabe e canzoni arabe che si diletta con Nintendo e Pokemon, insomma tutta questa commistione fra Oriente e Occidente voluta e cercata. E’ una canzone che funziona per immagini e vita vissuta e mi piace parecchio, tutto si richiama e tutto si tiene.

Quando c’è qualcosa di realmente personale e sentito, emerge. Quando la sensibilità dell’artista esce fuori, allora si fa bingo, di qualunque genere musicale si stia parlando.


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Corse nel deserto, tuffi nel Mar Rosso, la Nintendo coi Pokémon… è iniziato un po’ tutto così. #gioventùbruciata

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Sì, stella mia, hai vinto! Si ringrazia per la foto il sito scuolazoo.com

E poi il figliuolo ha addirittura vinto! Bravo Mahmood! Mi hai fatto sballonzolare sul letto facendomi tirare su le coperte in segno di trionfo. Adesso vedi de fa bella figura a Sanremo Big: voglio una canzone altrettanto evocativa. Se riuscissi a far dimenticare l’impeccabilità asettica dei tre tenori volanti (li amo molto, sì), sarei l’uomo più felice del mondo. E poi la tua voce è veramente bellissima. La ricordo fin dai tempi di X Factor, quando cantasti una canzone dei Curiosity Killed The Cat (o era il titolo della canzone, sboh) e una cover di Stevie Wonder, Master Blaster. Incredibilmente la Ventura ti aveva scartato, tu sei rientrato per poi riandartene subito dalla gara. Adesso ari-rientri dalla porta principale. E namo.

Adesso gliela devi fare, io tifo per te, perché mi stai dando good vibes (tanto per citare un altro tuo recente singolo) alla mia confusa materia cerebrale di questi tempi.

Inserisco l’esibizione live, che per me è meglio di quella incisa: si sente di più la sofferenza e poi la voce…

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